Vaglia postale come funziona attenzione alle truffe

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Vaglia postale come funziona attenzione alle truffe
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Oggi vogliamo condividere con voi un’esperienza illuminante riguardo a un particolare tipo di truffa che sta circolando, legata all’utilizzo del vaglia postale. Forse avete sentito parlare di questo strumento per l’invio di denaro, gestito da Poste Italiane, che permette di trasferire fondi anche a chi non possiede un conto bancario o postale. Sembra uno strumento semplice e sicuro, vero? Ebbene, come spesso accade nel mondo digitale e non solo, anche i metodi più tradizionali possono essere distorti e utilizzati da malintenzionati per ingannare persone ignare.

La storia che stiamo per raccontarvi si basa su un tentativo di truffa, che ha permesso di svelare i meccanismi subdoli dietro questa frode specifica. Tutto è iniziato con la semplice intenzione di vendere un vecchio divano online, un’operazione comune per molti di noi che cercano di liberarsi di oggetti inutilizzati e magari ricavare qualche euro. La piattaforma scelta era un noto marketplace online, un luogo dove domanda e offerta si incontrano con facilità. Dopo che è stato pubblicato l’annuncio per il divano, valutato intorno ai 200 euro, è arrivato un contatto da parte di un potenziale acquirente.

Fin qui, nulla di strano. L’interesse sembrava genuino, con le solite domande di rito sull’oggetto in vendita. Tuttavia, la conversazione ha preso una piega inaspettata nel momento in cui si è discusso del metodo di pagamento. L’acquirente ha proposto di utilizzare il vaglia postale, specificando un fantomatico vaglia online. Questo ha subito acceso un campanello d’allarme, trattandosi di un metodo non comune per transazioni tra privati su queste piattaforme. La curiosità e il desiderio di capire come funzionasse questa potenziale truffa hanno spinto a stare al gioco, decidendo di approfondire la questione e, se possibile, svelare il meccanismo per mettere in guardia gli altri.

La proposta del vaglia postale, presentata dall’interlocutore come un sistema semplice e veloce, prevedeva che il venditore si recasse presso uno sportello postale. Secondo la sua versione, lui avrebbe sbloccato da remoto una somma di denaro tramite questo vaglia, e il venditore avrebbe potuto prelevarla direttamente in contanti allo sportello. Sembrava quasi un prelievo facilitato. L’acquirente ha cercato di rassicurare, affermando che non fosse necessario possedere una Postepay o altri strumenti specifici di Poste Italiane; bastava una qualsiasi carta, come una carta di credito o una prepagata, per identificarsi allo sportello. Ha persino menzionato la possibilità di utilizzare carte come Revolut o Hype, chiedendo quale fosse quella principale per assicurarsi che ci fossero i soldi dentro.

Questa insistenza sulle carte e sulla necessità di recarsi allo sportello, unita alla promessa di un prelievo in contanti sbloccato da remoto, appariva sempre più sospetta. Nonostante i dubbi crescenti, si è deciso di proseguire per documentare l’intera procedura e capire esattamente dove si annidasse l’inganno. L’interlocutore si è mostrato molto disponibile al telefono, spiegando passo passo cosa fare, un atteggiamento tipico dei truffatori che cercano di costruire un rapporto di fiducia per abbassare le difese della vittima. Ha persino aggiunto 50 euro all’importo pattuito per il divano, giustificandoli come compenso per un presunto trasportatore, un dettaglio che rendeva l’offerta ancora più allettante e, allo stesso tempo, più inverosimile.

La pressione è aumentata quando ha iniziato a chiedere con insistenza quanto tempo mancasse per raggiungere l’ufficio postale, adducendo scuse come altri appuntamenti in attesa. Questo tentativo di fretta è un’altra tattica comune per impedire alla potenziale vittima di riflettere o chiedere consiglio a terzi. L’intera situazione, con le sue stranezze e le pressioni crescenti, ha confermato i sospetti iniziali, ma la determinazione a scoprire il meccanismo della truffa è rimasta alta.

Indice






Come Funziona un Vaglia Postale e Quanto Costa

Prima di addentrarci nei meandri delle possibili truffe che possono coinvolgere il vaglia postale, è utile capire esattamente di cosa si tratta e come funziona nel suo utilizzo legittimo. Il vaglia postale rappresenta un metodo di pagamento che consente di trasferire denaro in maniera sicura e affidabile. Sebbene al giorno d’oggi non sia il metodo più diffuso, essendo considerato una soluzione di nicchia rispetto ad alternative più moderne, rimane comunque una possibilità valida per inviare somme di denaro sia all’interno del territorio nazionale che verso l’estero. La sua caratteristica principale, e uno dei motivi per cui viene ancora utilizzato, è che non richiede né al mittente né al beneficiario di possedere un conto corrente bancario o postale. Questo lo rende accessibile anche a chi non ha familiarità con i circuiti bancari tradizionali.

Poste Italiane offre diverse tipologie di vaglia postale, pensate per coprire varie esigenze. Tra queste troviamo il vaglia ordinario, il vaglia internazionale, il vaglia veloce, il vaglia online e il vaglia circolare. Indipendentemente dalla tipologia scelta, è importante sapere che il costo del trasferimento è sempre a carico del mittente. Per effettuare un vaglia postale, nella maggior parte dei casi, è necessario recarsi fisicamente presso un ufficio postale. Qui, il mittente deve fornire i propri documenti d’identità, i dati del beneficiario e i fondi necessari per coprire sia l’importo da trasferire che le commissioni previste. L’operatore postale guiderà nella compilazione del modulo apposito, un passaggio fondamentale per assicurare che il trasferimento vada a buon fine.

La compilazione del modulo del vaglia postale è considerata relativamente semplice. Si deve indicare l’importo da inviare, sia in cifre che in lettere, e specificare se il vaglia sarà trasferibile o meno. Successivamente, si inseriscono i dati completi del mittente e del beneficiario. Un aspetto distintivo rispetto ad altri metodi di trasferimento è che non è richiesto l’IBAN del conto corrente del mittente, né quello del beneficiario, a meno che quest’ultimo non desideri l’accredito su un conto BancoPosta. Un’opzione importante da considerare in fase di compilazione è l’avviso di pagamento: sbarrando l’apposita casella, il mittente riceverà una comunicazione (solitamente una lettera) che lo informerà dell’avvenuto incasso del vaglia da parte del beneficiario. Questa funzionalità aggiunge un livello di conferma per il mittente.

Analizzando le diverse tipologie, il vaglia ordinario è il più classico, utilizzato per invii nazionali con ritiro in contanti o accredito su conto BancoPosta. Il vaglia internazionale permette di inviare denaro all’estero tramite la rete postale, con procedure e limiti che variano in base al paese di destinazione. Il vaglia veloce è pensato per trasferimenti urgenti (fino a 999,99 €), consentendo al beneficiario di ritirare i fondi quasi immediatamente presentando una password fornita dal mittente. Il vaglia online rappresenta la versione digitale, effettuabile tramite l’app o il sito di Poste Italiane per i titolari di un conto Bancoposta Online o Click, ma con le limitazioni del vaglia ordinario. Infine, il vaglia circolare è una modalità particolare in cui il denaro viene consegnato di persona da un incaricato delle Poste al beneficiario, senza limiti di importo.

Per quanto riguarda i costi, questi variano in base al tipo di vaglia e all’importo. Per un vaglia ordinario, il destinatario non paga commissioni, mentre il mittente sostiene un costo fisso (ad esempio, 6 € allo sportello o 2,50 € online). Anche il vaglia internazionale ha un costo fisso (6 €), a cui si possono aggiungere commissioni per servizi extra. Il vaglia veloce è più costoso (10 € di base), con commissioni a carico del mittente e possibilità di commissioni per il beneficiario in caso di accredito su conto. Il vaglia circolare ha un costo variabile legato all’importo, generalmente tra 3 e 10 €, ed è gratuito se addebitato su conto BancoPosta. Incassare un vaglia, nella maggior parte dei casi, richiede al beneficiario di recarsi in un ufficio postale con un documento d’identità valido e il vaglia stesso per ricevere i contanti o l’accredito.





Meccanismi della Truffa del Vaglia Postale

Approfondiamo ora i dettagli emersi dall’esperienza diretta per comprendere appieno come funzioni, o meglio, come tenti di funzionare, la truffa che sfrutta l’idea del vaglia postale. Come accennato nel riassunto introduttivo, il malintenzionato si presenta come un acquirente interessato a un bene messo in vendita online. Dopo aver mostrato un interesse iniziale, che serve a stabilire un minimo di contatto e a far sembrare la transazione legittima, il truffatore propone un metodo di pagamento insolito: il vaglia postale, spesso definito in modo generico come vaglia online per dargli un’aura di modernità e semplicità che in realtà non possiede nel contesto della truffa. La premessa fondamentale su cui si basa l’inganno è che il venditore debba recarsi presso uno sportello di Poste Italiane o un ATM Postamat. Qui, secondo le istruzioni del truffatore, la vittima dovrebbe inserire la propria carta (e qui l’esperienza ha mostrato che il truffatore cerca di capire quale carta la vittima possieda, insistendo su quelle associate a conti correnti piuttosto che semplici prepagate scariche) e seguire una procedura guidata telefonicamente.

Il punto cruciale della truffa si nasconde nel momento in cui la vittima interagisce con lo sportello automatico. Il truffatore, al telefono, fornisce indicazioni precise su quali opzioni selezionare dal menu. L’esperienza ha rivelato che l’opzione su cui il truffatore insisteva era ricarica e pagamenti. Questo è l’inganno centrale: mentre la vittima è convinta di dover prelevare una somma che il truffatore avrebbe dovuto inviare, in realtà, seguendo le istruzioni, sta per effettuare un’operazione di ricarica o pagamento a favore del truffatore stesso. Il malintenzionato, infatti, fornirà dei dati (presumibilmente un numero di carta o un codice identificativo legato a un servizio di ricarica o pagamento) che la vittima, credendo di inserire i dati del vaglia per incassare, utilizzerà invece per trasferire i propri soldi al truffatore. La somma richiesta per la ricarica o il pagamento corrisponde all’importo pattuito per la vendita, spesso maggiorato (come nel caso dei 50 euro aggiunti per il fantomatico trasportatore) per rendere la proposta ancora più allettante e mascherare ulteriormente la vera natura dell’operazione.

È interessante notare come il truffatore cerchi di rendere l’intera procedura apparentemente legittima. Parla di attivare il pagamento, di sbloccare i soldi, usando termini che richiamano le operazioni finanziarie ma che nel contesto della truffa assumono un significato distorto. L’insistenza sulla necessità di una carta associata a un conto corrente suggerisce che il truffatore voglia assicurarsi che sulla carta ci siano fondi disponibili da poter sottrarre. Una carta prepagata con un saldo basso o nullo, infatti, renderebbe impossibile portare a termine l’operazione di ricarica o pagamento.

L’intero meccanismo si basa sulla disinformazione della vittima riguardo al funzionamento reale delle operazioni allo sportello automatico e sulla capacità del truffatore di guidarla, passo dopo passo, verso l’esecuzione di un’operazione dannosa sotto la falsa convinzione di starne completando una a proprio favore. La velocità con cui il truffatore pronuncia le istruzioni cruciali, come ricarica e pagamenti, suggerisce un tentativo deliberato di impedire alla vittima di riflettere sul significato di quelle parole e sulla incongruenza tra l’azione richiesta (una ricarica/pagamento) e l’obiettivo dichiarato (un prelievo/incasso). La truffa, nella sua semplicità, sfrutta la fiducia che una persona potrebbe riporre in un interlocutore apparentemente disponibile e la mancanza di familiarità con specifiche procedure bancarie o postali automatiche.





La Pressione Psicologica del Truffatore

Un aspetto fondamentale che emerge con chiarezza dall’esperienza narrata è l’uso sapiente della pressione psicologica da parte del truffatore. Questo elemento non è secondario, ma costituisce una leva cruciale per indurre la potenziale vittima a commettere errori e a non riflettere adeguatamente sulla situazione. Fin dalle prime fasi della conversazione, il malintenzionato cerca di stabilire un contatto che, pur essendo finalizzato all’inganno, si presenta con un’apparenza di normalità e disponibilità. Chiede informazioni sul bene in vendita, finge interesse, si mostra flessibile sul metodo di pagamento (proponendo il vaglia postale come un’alternativa comoda e veloce). Questa fase iniziale serve a costruire un minimo di fiducia e a far sì che la vittima abbassi le proprie difese, considerandolo un acquirente come tanti altri.

Tuttavia, non appena la vittima accetta di procedere con il metodo di pagamento proposto, la strategia del truffatore cambia sottilmente. Inizia a esercitare una pressione crescente, soprattutto per quanto riguarda i tempi. L’insistenza nel chiedere quanto tempo manchi per raggiungere l’ufficio postale, l’adduzione di presunti altri appuntamenti che incombono, il tono di voce che si fa leggermente più impaziente: tutti questi sono segnali studiati per mettere fretta alla vittima. La fretta è nemica della lucidità. Una persona che si sente pressata è meno incline a prendersi il tempo necessario per riflettere, per analizzare la situazione, per notare le incongruenze o per chiedere un secondo parere a qualcuno di fiducia. Il truffatore sa bene che se la vittima avesse il tempo di fermarsi a pensare, di cercare informazioni online sulla presunta procedura del vaglia online o di confrontarsi con qualcuno esperto, la truffa verrebbe facilmente scoperta.

Un altro elemento di pressione psicologica è la richiesta che la vittima si trovi da sola davanti allo sportello automatico. Il truffatore ha esplicitamente chiesto che ci fosse solamente una persona per motivi di privacy legati ai dati del vaglia. Questa giustificazione è ovviamente una scusa. Il vero motivo è che la presenza di una seconda persona aumenterebbe significativamente il rischio che qualcuno noti qualcosa di strano nella procedura o che semplicemente la vittima si senta più sicura e meno manipolabile in presenza di un’altra persona. Essere soli davanti a uno sportello automatico, guidati solo dalla voce al telefono di uno sconosciuto, rende la vittima più vulnerabile e isolata. Il truffatore diventa l’unica fonte di informazione e di guida, e la vittima, trovandosi in una situazione potenzialmente nuova e poco chiara, tende a fidarsi delle istruzioni ricevute, soprattutto se fornite con un tono rassicurante e competente.

La pressione psicologica si manifesta anche nella rapidità con cui vengono fornite le istruzioni cruciali, come quella di selezionare ricarica e pagamenti. Pronunciare queste parole velocemente, quasi in modo sbrigativo, serve a farle passare inosservate, a farle sembrare una parte normale e scontata della procedura, impedendo alla vittima di soffermarsi sul loro significato e sulla loro incongruenza con l’obiettivo dichiarato di prelevare denaro. L’intera strategia del truffatore è un mix di apparente disponibilità iniziale e successiva pressione, finalizzata a confondere la vittima, a isolarla e a indurla a compiere azioni dannose senza rendersene conto pienamente. Riconoscere questi segnali di pressione è fondamentale per difendersi da questo tipo di frodi.




L’Esperimento allo Sportello Postale

Il momento cruciale dell’esperienza, quello in cui la truffa si sarebbe dovuta concretizzare, è stato l’interazione con lo sportello automatico di Poste Italiane, il Postamat. Nonostante i forti sospetti e la crescente consapevolezza che si trattasse di un tentativo di frode, la decisione di recarsi fisicamente allo sportello e seguire le istruzioni del truffatore è stata motivata dal desiderio di comprendere appieno il meccanismo e di poter documentare l’accaduto per mettere in guardia gli altri. Arrivati nei pressi dell’ufficio postale, la comunicazione telefonica con il truffatore è proseguita. Lui continuava a chiedere aggiornamenti sui tempi di arrivo, manifestando una certa impazienza, un ulteriore segnale della pressione psicologica che stava esercitando.

Una volta raggiunto lo sportello automatico, le istruzioni del truffatore sono diventate più specifiche. Ha chiesto di inserire la carta (nel caso specifico, una carta Revolut, che lui aveva precedentemente identificato come quella associata al conto principale). È interessante notare come abbia insistito sul fatto che qualsiasi carta andasse bene, anche se non fosse una carta di Poste Italiane, un dettaglio apparentemente rassicurante ma che in realtà serviva a non limitare il bacino di potenziali vittime. Dopo l’inserimento della carta, il truffatore ha chiesto di leggere le opzioni che comparivano sullo schermo del Postamat. Questo passaggio è fondamentale per lui, in quanto deve guidare la vittima verso l’opzione corretta per portare a termine la truffa.

Come previsto, l’opzione su cui il truffatore ha insistito, pronunciandola velocemente e con un tono che voleva apparire neutro e scontato, è stata ricarica e pagamenti. Nonostante l’evidente incongruenza con l’obiettivo dichiarato di prelevare denaro, il truffatore cercava di far passare questa istruzione come una normale parte della procedura per incassare il vaglia. La vittima, in quel momento, si trovava di fronte a un bivio: seguire le istruzioni, pur sapendo che qualcosa non quadrava, o interrompere l’operazione. Nel caso specifico, la consapevolezza della truffa ha permesso di analizzare la situazione con distacco. Si è notato che tra le opzioni disponibili sullo schermo c’era effettivamente la voce prelievo, che sarebbe stata la scelta logica se si fosse trattato realmente di incassare una somma. L’insistenza del truffatore su ricarica e pagamenti ha confermato definitivamente la natura fraudolenta dell’operazione.

L’esperimento ha avuto un epilogo inaspettato, ma non sorprendente. Dopo aver selezionato (per finta, o comunque non completando l’operazione) l’opzione suggerita dal truffatore, il sistema ha restituito un messaggio di errore: nessuna operazione disponibile o nessuna utenza disponibile. Questo potrebbe essere dovuto a diversi fattori: la carta utilizzata potrebbe non essere compatibile con quel tipo di operazione fraudolenta, il truffatore potrebbe non aver effettivamente attivato nulla (come era ovvio che fosse), o semplicemente il sistema di sicurezza delle poste potrebbe aver bloccato l’operazione sospetta. Indipendentemente dalla causa specifica del fallimento, il risultato è stato che la truffa non è andata a buon fine, almeno in questo caso. L’esperienza allo sportello ha fornito la prova tangibile del meccanismo fraudolento, dimostrando che l’obiettivo del truffatore era indurre la vittima a effettuare un pagamento o una ricarica a suo favore, sotto la falsa promessa di un incasso.




Riflessioni sulla Sicurezza e la Tutela

L’esperienza diretta di un tentativo di truffa legato al vaglia postale solleva importanti riflessioni sulla sicurezza delle transazioni online e offline e sulla tutela dei cittadini. Come dimostrato, i truffatori sono costantemente alla ricerca di nuovi metodi per ingannare le persone, sfruttando la disinformazione, la buona fede e, in alcuni casi, la pressione psicologica. Questa specifica truffa, che si basa sull’indurre la vittima a effettuare un pagamento o una ricarica sotto la falsa convinzione di star incassando denaro, evidenzia quanto sia fondamentale mantenere un elevato livello di attenzione e scetticismo, soprattutto quando si effettuano transazioni con persone sconosciute incontrate online.

Uno degli aspetti più frustranti emersi dalla narrazione è la percezione di una mancanza di tutela efficace per le vittime di queste frodi. Nonostante si abbia un numero di telefono, e in alcuni casi anche altri dati forniti dal truffatore (spesso falsi o intestati a prestanome), la possibilità concreta di ottenere giustizia o di recuperare eventuali somme sottratte appare remota. La burocrazia legata alle denunce, i tempi lunghi delle indagini e la difficoltà nell’identificare e perseguire i responsabili (che spesso operano dall’estero o utilizzano identità fittizie) contribuiscono a creare un senso di impotenza nelle vittime. La domanda che sorge spontanea è: cosa si può fare concretamente per difendersi e per far sì che questi criminali vengano puniti?

La prima linea di difesa è, senza dubbio, la prevenzione e l’informazione. Essere consapevoli dei metodi di truffa più comuni, come quello descritto che sfrutta l’idea del vaglia postale, è il primo passo per non caderci. Diffidare sempre di richieste di pagamento o incasso che prevedano procedure insolite, soprattutto se guidate telefonicamente da sconosciuti. Nel dubbio, è sempre meglio interrompere la transazione e cercare informazioni affidabili o chiedere consiglio a persone esperte o alle autorità competenti. Le piattaforme di vendita online dovrebbero fare di più per informare gli utenti sui rischi e per fornire strumenti di pagamento sicuri e tracciabili.

Tuttavia, la responsabilità non può ricadere interamente sui singoli cittadini. È necessario un impegno maggiore da parte delle forze dell’ordine e delle istituzioni per contrastare attivamente queste forme di criminalità. Sebbene denunciare sia sempre il primo passo formale, è fondamentale che a questa seguano indagini rapide ed efficaci che portino all’identificazione e alla punizione dei colpevoli. La percezione che le denunce finiscano archiviate per mancanza di elementi o per difficoltà investigative alimenta un senso di impunità nei truffatori e scoraggia le vittime dal segnalare l’accaduto.

La riflessione si estende anche al ruolo degli operatori di servizi finanziari e postali. Sebbene non siano direttamente responsabili delle truffe, potrebbero implementare misure di sicurezza aggiuntive o avvisi più evidenti sugli sportelli automatici per mettere in guardia gli utenti da operazioni sospette, soprattutto quelle che prevedono ricariche o pagamenti a favore di terzi in contesti inusuali. In conclusione, l’esperienza del tentativo di truffa del vaglia postale è un promemoria che la vigilanza è sempre necessaria. Mentre impariamo a riconoscere i segnali di allarme e a proteggerci individualmente, è altrettanto importante continuare a chiedere maggiore impegno e strumenti più efficaci per contrastare queste forme di criminalità che colpiscono indistintamente cittadini di ogni età e provenienza.

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Salsomaggiore Terme (Web) - 23/04/2025 - Vaglia postale come funziona attenzione alle truffe

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