Google Intelligenza Artificiale Generativa e la Presunta Penalizzazione

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Google Intelligenza Artificiale Generativa e la Presunta Penalizzazione
Recentemente, una notizia errata ha iniziato a circolare con insistenza, specialmente su piattaforme professionali come LinkedIn: l’idea che Google abbia iniziato a penalizzare i contenuti creati con l’ausilio dell’AI Generativa. Questa affermazione, tuttavia, si basa su un’interpretazione decontestualizzata di una slide presentata da Aleyda Solis, esperta SEO di fama internazionale.

Molti content creator, forse per fretta o per una comprensione superficiale, hanno diffuso un messaggio allarmistico che non corrisponde alla realtà dei fatti né alle direttive ufficiali di Google. È fondamentale, quindi, fare chiarezza e riportare la discussione sul binario corretto, analizzando le fonti primarie, ovvero le Linee Guida dei Quality Rater di Google. Queste linee guida sono il documento di riferimento che Google utilizza per istruire i suoi valutatori umani su come giudicare la qualità delle pagine web. Contrariamente a quanto diffuso, Google non etichetta automaticamente come low quality un contenuto solo perché generato da un’intelligenza artificiale. La questione è molto più sfumata e riguarda, come sempre quando si parla di contenuti per il web, la qualità intrinseca, l’originalità e lo sforzo (effort) impiegato nella creazione.

Il documento stesso chiarisce che l’uso di strumenti di AI Generativa non determina di per sé il livello di effort o la qualità finale. Questi strumenti possono essere utilizzati per produrre sia contenuti di alta qualità sia di bassa qualità. La penalizzazione, o meglio, l’assegnazione di un lowest rating (il punteggio più basso), avviene quando il contenuto, indipendentemente da come sia stato generato, manca di originalità, non dimostra alcuno sforzo nella sua creazione e non apporta valore aggiunto per l’utente. Copiare, parafrasare o ripubblicare contenuti non è di per sé motivo di bassa qualità, ma lo diventa se fatto senza criterio, senza aggiungere nulla di nuovo o utile.

È sorprendente come una semplice verifica all’interno del documento ufficiale di Google avrebbe potuto smontare questa bufala, eppure la disinformazione ha preso piede rapidamente. Questo episodio sottolinea l’importanza di verificare sempre le fonti e di non fermarsi alla superficie, specialmente in un settore in continua evoluzione come quello della SEO e dell’AI. Figure chiave in Google, come Chris Nelson, si occupano specificamente del rilevamento dei contenuti generati dall’AI, ma l’obiettivo non è la penalizzazione tout court, bensì la valutazione della qualità complessiva, un principio che Google persegue da sempre.

I veri problemi potrebbero risiedere altrove, come nelle future evoluzioni della ricerca con strumenti come AI Overview, che potrebbero cambiare radicalmente il panorama dei siti web, ma preoccuparsi oggi di una penalizzazione generalizzata per l’uso dell’AI Generativa significa focalizzarsi sul problema sbagliato.

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Indice






Google e la Penalizzazione dell’AI Generativa: Facciamo Chiarezza

Avete sentito anche voi? Gira voce che Google stia mettendo all’angolo i contenuti creati con l’AI Generativa, quasi come se usare questi strumenti fosse diventato improvvisamente un peccato capitale nel mondo della SEO. Ma fermi tutti! Prima di farci prendere dal panico o, peggio, di diffondere informazioni non verificate, facciamo un respiro profondo e guardiamo insieme da dove nasce questa storia. Tutto sembra essere partito da un tweet, una singola slide mostrata da Aleyda Solis, che è stata presa fuori contesto e interpretata nel modo più allarmistico possibile.

Immaginate la scena: qualcuno vede la slide, legge AI generativa e low quality nella stessa frase e scatta l’allarme generale, soprattutto su piattaforme come LinkedIn, dove la velocità spesso prevale sull’accuratezza. Ma è davvero così semplice? Google ha deciso di punto in bianco di dichiarare guerra all’AI Generativa? La risposta, fortunatamente, è no. La slide in questione, se inserita nel suo contesto originale - le Linee Guida dei Quality Rater di Google - assume tutto un altro significato. Non si parla di una penalizzazione automatica per l’uso dell’AI, ma si cita l’AI Generativa come uno dei tanti modi in cui si possono creare contenuti di bassa qualità, specificatamente quando questi mancano totalmente di sforzo (effort) e originalità. Pensateci: potreste scrivere un articolo terribile a mano, senza alcun aiuto tecnologico, e allo stesso modo potreste usare l’AI per creare qualcosa di superficiale e inutile.

Il problema non è lo strumento, ma il risultato finale e l’intento dietro la creazione. È quasi ironico che, nel discutere di intelligenza artificiale, ci si dimentichi di usare l’intelligenza umana per fare una semplice ricerca all’interno di un documento PDF ufficiale. Bastava cercare generative AI nelle linee guida per capire immediatamente che la situazione era ben diversa dalla narrazione catastrofica che stava prendendo piede.

Questa vicenda ci insegna una lezione importante: nel nostro settore, l’aggiornamento costante e la verifica delle fonti sono essenziali. Non possiamo permetterci di costruire strategie o, peggio, diffondere timori basati su interpretazioni affrettate o decontestualizzate. Quindi, mettiamo da parte la bufala della penalizzazione generalizzata e concentriamoci su ciò che conta davvero: creare contenuti di valore, che siano utili e interessanti per gli utenti, indipendentemente dagli strumenti che scegliamo di utilizzare.





Cosa Dicono Davvero le Linee Guida di Google sull’AI Generativa?

Entriamo nel vivo della questione. Cosa dice Google nero su bianco riguardo all’uso dell’AI Generativa? Per capirlo, dobbiamo aprire quel famoso documento, le Linee Guida per i Quality Rater, e andare a cercare i punti salienti. Non serve essere investigatori privati, basta usare la funzione di ricerca. Troviamo riferimenti all’AI Generativa in diverse sezioni, ma il punto cruciale, quello citato nella slide incriminata, è il 4.6.

Cosa scopriamo leggendo attentamente? Prima di tutto, una premessa importante: copiare, parafrasare o ripubblicare contenuti non rende automaticamente una pagina di bassa qualità. Questo è fondamentale. Il giudizio negativo (lowest rating) scatta quando queste azioni (o la creazione ex-novo, anche con AI) sono fatte senza alcuno sforzo (no effort), senza originalità e senza aggiungere valore. Google è chiarissimo su questo punto. Non si punta il dito contro l’AI Generativa in sé. Anzi, le linee guida affermano esplicitamente: L’uso di strumenti di AI Generativa non determina da solo il livello di effort. E ancora: Gli strumenti di AI Generativa possono essere usati per creare sia contenuti di alta qualità che di bassa qualità. Capite la differenza? Non c’è una condanna a priori.

L’AI è vista per quello che è: uno strumento. Come un martello può essere usato per costruire una casa o per rompere un vetro, così l’AI può supportare la creazione di contenuti eccellenti o di spazzatura digitale. La discriminante è l’intenzione e la cura messa nel processo. Le linee guida, inoltre, dedicano ampio spazio a definire cosa significhi effort, originalità, competenza e accuratezza. Questi sono i veri pilastri su cui si basa la valutazione della qualità di un contenuto, e possono essere perseguiti anche avvalendosi dell’intelligenza artificiale, a patto di metterci del nostro.

In sostanza, Google non sta dando la caccia ai contenuti AI. Sta continuando a fare quello che ha sempre fatto: cercare di premiare le pagine che offrono esperienze positive e informazioni affidabili agli utenti, e penalizzare quelle che non lo fanno. La penalizzazione non deriva dall’uso dell’AI Generativa, ma dalla mancanza di qualità, impegno e valore, un problema che esisteva ben prima dell’avvento di questi potenti strumenti. Leggere le linee guida ci permette di capire la filosofia di Google e di evitare di cadere in trappole informative basate su interpretazioni superficiali.

Google Intelligenza Artificiale Generativa e la Presunta Penalizzazione - Mr Paloma


AI Generativa: Non è lo Strumento, ma Come lo Usi che Conta per Google

Concentriamoci ora sul concetto chiave emerso dalle linee guida: l’AI Generativa è uno strumento. Sembra banale, ma è fondamentale per sgombrare il campo da equivoci. Immaginate un artigiano: può avere gli scalpelli più moderni e affilati, ma se non ha talento, competenza o non si impegna nel lavoro, il risultato sarà mediocre.

Allo stesso modo, un creatore di contenuti può avere accesso ai più potenti modelli di AI Generativa, ma se li usa per produrre testi superficiali, copiati, pieni di errori o semplicemente inutili, Google (e, prima ancora, gli utenti) se ne accorgerà. La penalizzazione, o meglio, il basso rating, non sarà dovuto all’uso dell’AI, ma al pessimo risultato ottenuto. Le linee guida di Google, infatti, sottolineano che anche usando l’AI si può dimostrare grande sforzo (effort).

Come? Ad esempio, utilizzando l’AI per ricerche preliminari, per generare bozze da rielaborare profondamente, per superare il blocco dello scrittore, per trovare nuove angolazioni su un argomento, ma sempre aggiungendo il proprio tocco personale, la propria esperienza (Expertise), la propria autorevolezza (Authoritativeness) e garantendo l’affidabilità (Trustworthiness) delle informazioni - i famosi principi E-A-T. Usare l’AI per fare i compiti senza metterci la testa porta a contenuti di bassa qualità. Usarla come un assistente potenziato per creare qualcosa di originale, approfondito e utile porta a contenuti di alta qualità. Google valuta proprio questo: l’effort, l’originalità, la competenza, l’accuratezza.

Questi elementi non sono preclusi a chi usa l’AI, anzi! Richiedono un diverso tipo di sforzo: non più (o non solo) quello della scrittura parola per parola, ma quello della guida strategica dell’AI, della verifica accurata dei fatti, dell’integrazione con conoscenze proprie, della cura editoriale del risultato finale.

Pensare che basti un clic per ottenere un contenuto di qualità pronto per essere pubblicato è un’illusione. L’AI Generativa può accelerare alcuni processi, ma non sostituisce il pensiero critico, la creatività umana e la responsabilità editoriale. Quindi, la prossima volta che sentirete parlare di penalizzazioni legate all’AI, ricordatevi: Google non guarda allo strumento, ma alla qualità del manufatto. Sta a noi dimostrare che, anche con l’aiuto della tecnologia, siamo capaci di creare valore.




Oltre le Bufale: La Visione di Google sull’AI e il Futuro del Web

Abbiamo smontato la bufala della penalizzazione automatica per i contenuti generati dall’AI. Ma qual è, allora, la visione complessiva di Google su questo tema e cosa dobbiamo aspettarci per il futuro? È utile guardare a figure chiave all’interno dell’azienda, come Chris Nelson.

Già in passato, Nelson aveva chiarito che l’origine del contenuto (umana o artificiale) non era il problema principale per Google, che dispone di sistemi sofisticati per valutare la qualità intrinseca di una pagina. Recentemente, il suo ruolo si è evoluto includendo specificamente il Detection of AI-generated content. Questo non significa che sia iniziata una caccia alle streghe, ma piuttosto che Google sta affinando i suoi strumenti per comprendere e classificare correttamente tutti i tipi di contenuto, inclusi quelli creati con AI Generativa, sempre nell’ottica di valutarne la qualità secondo i criteri E-A-T e l’utilità per l’utente.

Seguire le comunicazioni ufficiali di figure come Nelson è molto più produttivo che inseguire voci incontrollate sui social media. Ci permette di avere una prospettiva più realistica e basata sulle fonti primarie. Detto questo, il testo da cui abbiamo tratto queste riflessioni accenna a un problema potenzialmente ben più grande all’orizzonte: l’AI Overview. Questa nuova funzionalità della ricerca Google, che fornisce risposte dirette generate dall’AI in cima ai risultati tradizionali, potrebbe avere un impatto significativo sul traffico verso i siti web.

Se gli utenti trovano la risposta direttamente nella pagina di ricerca, perché dovrebbero cliccare sui link? Questo cambiamento epocale sì che merita la nostra attenzione e richiede una riflessione strategica su come adattare i nostri contenuti e i nostri modelli di business. Paradossalmente, mentre ci si preoccupava di una penalizzazione inesistente per l’uso dell’AI Generativa, il vero game changer potrebbe essere proprio un’altra applicazione dell’AI da parte di Google stesso.

La lezione da trarre è duplice: primo, non credere a tutto ciò che si legge online senza verifica; secondo, concentrare le energie sui reali cambiamenti strategici in atto nel nostro settore. L’AI Generativa è una tecnologia potente, un’opportunità se usata con intelligenza e criterio, non una minaccia da cui difendersi a priori. Le vere sfide, come l’adattamento all’AI Overview, richiederanno ben altra preparazione e visione strategica rispetto alla semplice (e infondata) paura di una penalizzazione.

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FAQ

No, non è vero. L'articolo chiarisce che si tratta di una bufala nata da un'interpretazione errata. Google non penalizza un contenuto solo perché creato con AI..

La confusione nasce da una slide decontestualizzata che citava l'AI nel contesto dei contenuti di bassa qualità. Google assegna un rating basso (lowest rating) ai contenuti che mancano di sforzo, originalità e valore, indipendentemente da come siano stati creati, anche con AI..

Le linee guida affermano che l'uso di strumenti di AI Generativa non determina da solo la qualità o l'effort. L'AI può essere usata per creare sia contenuti di alta che di bassa qualità. La valutazione si basa su fattori come effort, originalità, competenza e accuratezza (E-A-T)..

Sì, se usata come strumento per creare contenuti di alta qualità. L'importante è aggiungere valore, originalità, dimostrare competenza e metterci sforzo (effort), anche se questo sforzo consiste nella guida dell'AI, nella verifica e nella rielaborazione umana..

L'articolo suggerisce che la vera sfida futura potrebbe non essere la penalizzazione dei contenuti AI, ma l'impatto di funzionalità come AI Overview di Google, che potrebbero ridurre il traffico verso i siti web fornendo risposte dirette generate dall'AI nella pagina dei risultati..

Salsomaggiore Terme (Web) - 15/04/2025 - Google Intelligenza Artificiale Generativa e la Presunta Penalizzazione

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