Torna il Festival Beat. Da mercoledì 27 giugno a domenica 1° luglio, per il 20mo anno, la manifestazione dal gusto 60’s più longeva d’Europa vi aspetta a Salsomaggiore Terme (PR). Per molti, visto il clamoroso successo delle edizioni 2010 (quella dei diciotto anni con Gravedigger Five e Sonics) e del 2011 (con due “pesi massimi” come i Guitar Wolf e gli Undertones, glorie punk-rock che con un brano come “Teenage Kicks” hanno fatto la storia) sarebbe stato ben difficile per gli organizzatori mettere insieme un cartellone all’altezza.
Ed invece no: l’associazione piacentina Bus1, infatti, anche quest’anno, ha allestito un agguerrito cartellone che animerà Salsomaggiore per quattro giorni all’insegna del divertimento, del ritmo sfrenato in cui sarà difficile trattenere l’entusiasmo e non ballare. Sabato 11 febbraio, al caffè letterario Baciccia di via Dionigi Carli, il direttore artistico del festival Gianni Fuso Nerini ha presentato le prime anticipazioni....continua...per leggere tutto l'articolo
Il Festival Beat si prepara all’edizione numero XXLE BANDS (SCHEDE DI LUCA FRAZZI/RUMORE MAGAZINE):
BARRACUDAS (INGHILTERRA)Si, avete capito bene. Proprio loro: i Barracudas, la più sixties delle bands fine settanta/primi ottanta. Gli unici inglesi che mentre imperversava il ciclone punk andavano a spasso con capelli a caschetto, beatle-boots e t-shirt a strisce. Chi non conosce la loro Summer Fun? Chi non ricorda il loro travolgente garage-surf? La band di Robin Wills e Jeremy Gluck ha segnato un’epoca con dischi memorabili e il coraggio di andare controcorrente. Facevano sixties-music in tempi non sospetti e intitolavano uno dei loro brani più famosi I Wish It Coud Be 1965 Again: più chiari di così si muore.
GONN (USA)Craig Moore e i suoi Gonn ormai sono vecchie conoscenze del festival Beat, dove sono transitati più volte in passato. Ciò non toglie però che restino una piccola leggenda del garage americano dei mid-sixties, (ex) ragazzi della provincia USA che suonavano teen-punk come si faceva allora: con innocenza, ingenuità e sacro furore adolescenziale. La loro Blackout Of Gretely è un’inestimabile pepita, un tributo a quei suoni e a quegli anni. E il pubblico del Festival Beat non si stanca mai di ascoltarla.
KAMIKAZE QUEENS (GERMANIA)Un po’ di sano, robusto garage-rock sporcato di hard, due presenze femminili aggressive, tre maschietti e la carica di chi vuole emergere: questo il biglietto da visita dei Kamikaze Queens, un gruppo dal forte impatto live e dalla popolarità in costante crescita. Piaceranno sia a chi ama i sixties sia a chi non disdegna riff più robusti. Apriranno il Festival giovedì in Via Loschi, e chi ci sarà non se li dimenticherà tanto in fretta.
KEPI ELECTRIC (USA)I Groovie Ghoulies sono un piccolo grande mito per gli amanti del pop-punk americano. Il loro leader e artista poliedrico Kepi Ghoulie ha nel cuore, da sempre, i sixties e la melodia, e questo suo nuovo progetto, i Kepi Electric, nasce proprio per dare sfogo a questa sua vena retrò. Con risultati sorprendenti. Il palco del pub Devil’s Den ospiterà Kepi e la sua band, pronta a scaldare i cuori di chi ama tanto i Ramones quanto i Nerves e i Chesterfield Kings. Roba per palati fini.
LES SEXAREENOS (CANADA)Il Canada da sempre è terreno fertile per chi suona garage-rock festaiolo, e i Les Sexareenos ne sono l’ennesima spettacolare dimostrazione. Tra gli appassionati sono un gruppo culto perché da anni tengono viva la fiamma accesa da Sonics e Kingsmen e alimentata dai Fleshtones. Per divertirsi senza troppe menate e per ricordarci quanto è semplice, bello ed efficacie un certo suono, i Les Sexareenos sbarcheranno al Festival Beat armati della carica primordiale che li ha fatti amare. E noi ci lasceremo travolgere dalla loro voglia di far festa.
MIDNIGHT KINGS (ITALIA)Mettete nel pentolone Doctor Feelgood, Sonics, Inmates, Pretty Things, Fleshtones e tutto ciò che è torrido e carnale, e otterrete il suono dei Midnight Kings, portabandiera nostrani del frat-rock più passionale e danzereccio. Metius e la sua band dal vivo fanno ballare anche chi non può o non vuole. Con una sax assassino e la voglia di divertire (e divertirsi) ci proveranno anche all’apertura del Festival Beat. E ci riusciranno.
PAUL COLLINS BEAT (USA)Quello che nella seconda metà degli anni settanta veniva chiamato power-pop altro non era se non beat sporcato di punk. E tra le leggende di quell’epoca aurea c’erano i Beat di Paul Collins, uno che la storia l’aveva fatta già coi Nerves (è loro l’hit planetario Hanging On The Telephone, portata al successo dai Blondie), ma che ha continuato a farla sino ad oggi senza mai tradire il suo antico amore per il pop e il rock’n’roll. L’ultimo album di Paul si intitola King Of Power Pop: difficile obbiettare.
POETS (SCOZIA)Dalle nebbie dei sixties scozzesi riemerge un nome che per gli appassionati è sinonimo di culto. I Poets erano una delle band più importanti di quegli anni e Lenny Helsing coi suoi Thanes ha fatto si che la loro memoria non si perdesse nel tempo e si riscoprissero certe loro pepite d’epoca. Grazie a Lenny, che li coadiuverà sul palco, i Poets tornano oper rispolverare antiche melodie e i fasti di un periodo magico. Il beat delle origini in tutta la sua incontaminata bellezza.
REVEREND BEAT-MAN (SVIZZERA)Dalla Svizzera, Sua Eminenza il Reverendo, pronto a scaldare di nuovo il popolo del Festival Beat col suo rock’n’roll basico e selvaggio. Nel campo è un’autorità assoluta, ma lui se ne frega dei titoli, vuole solo salire su un palco e rinnovare una magia che ha 60 anni sulle spalle ma sembra proprio non sentirli. Fifties rock’n’roll at his best: gli appassionati non hanno bisogno di raccomandazioni, conoscono bene il Reverendo e sanno che non delude mai.
SORROWS (INGHILTERRA)Dopo Sonics, Downliners Sect e Pretty Things, un’altra band di mostri sacri dritti dal cuore degli anni sessanta si appresta a calcare il palcoscenico del Festival Beat: sono i Sorrows di Don Fardon, beat inglesi che nel cuore dei sixties si trasferirono in Italia per scalare le classifiche e fare innamorare le ragazze ye-ye di casa nostra. Il Festival Beat 2012 come il Cantagiro ’66? Quando nel cielo di Salsomaggiore risuoneranno le note di No, No, No, No e Mi si spezza il cuore, i 46 anni che separano i due eventi spariranno di colpo, come d’incanto. Beat glorioso dall’effetto garantito, quello dei Sorrows: tutti pronti ad applaudire Don Fardon.
TONY BORLOTTI E I SUOI FLAUERS (ITALIA)Veterani del Festival e portabandiera del “bit” italiano, Tony Borlotti e i suoi Flauers continuano imperterriti a sfornare brani melodici, ironici e accattivanti. La loro ingenuità è l’unico vero antidoto al grigiore di certi suoni contemporanei, spesso cervellotici e pretenziosi. I Flauers suonano col sorriso sul volto e ci ricordano che bene prezioso è la spensieratezza. Tornano per rinnovare la magia del nostro beat, perché sanno che non c’è posto migliore del Festival per farlo. La chiusura dell’edizione 2012, domenica in Piazza della Libertà, spetta proprio a loro.
TWISTAROOS (NORVEGIA)Dalla gelida Norvegia il sixties-rock più caldo che c’è in circolazione. Ce lo garantisce la chitarra esperta di Morten Henriksen (Yum Yums, Caroline And The Treats) e l’organo e la voce della bella Vibeke Saugestad, biondina nordica che più nordica non si può, una figura che sembra uscita da un film del ’67 ma che invece tiene il palco (e alla grande) nel 2012. Lei è scatenata, il resto della band una macchina sixties rodata alla perfezione, il Devil’s Den lo scenario ideale per un loro show. Con i Twistaroos, impossibile stare fermi.